India: Ascesa di un attore economico e geopolitico primario in un contesto di rischi strutturali complessi

Punti salienti
- Nonostante il rallentamento nel ritmo di crescita, le prospettive sul lungo termine restano solide.
- Basso debito estero, bilancia dei pagamenti rassicurante e stabilità politica prolungata sotto il governo del Primo Ministro Modi hanno contribuito nel loro insieme a raggiungere un livello di rischio politico di MLT buono.
- Oltre che con la debolezza delle finanze pubbliche, l’India deve confrontarsi anche con elevate sfide strutturali, quali il cambiamento climatico, un elevato tasso di disoccupazione giovanile e la mancanza di investimenti in sanità e istruzione.
- Aumentare la sfera d’influenza regionale e globale dell’India e beneficiare dei cambiamenti del commercio globale continueranno a rappresentare delle priorità nella politica estera.
Pro
Contro
Capo di Stato
Capo del Governo
Popolazione
PIL pro capite
Fascia di reddito
Principali prodotti esportati
Rallentamento del ritmo della crescita economica a breve termine, forti prospettive di crescita a lungo termine
Dalla fine della pandemia da Covid-19, l’India ha ripreso una traiettoria di crescita rapida, con un tasso medio che si aggira attorno a poco più del 7% – il tasso più elevato tra le maggiori economie mondiali. Recentemente le prospettive future sono state riviste leggermente al ribasso, e il FMI per i prossimi anni ha previsto una crescita del PIL reale pari al +6,5%; dallo scorso anno l’economia ha registrato una marcata decelerazione a causa dell’indebolimento della domanda e degli investimenti interni. Al fine di controbilanciare i fattori economici avversi, il nuovo governatore della Reserve Bank of India (RBI, la banca centrale indiana), sta considerando la possibilità di tagliare i tassi di interesse e di lasciare la rupia indiana libera di fluttuare senza interventi per stimolare le esportazioni, tuttavia tali cambiamenti alla politica monetaria potrebbero portare la rupia sopravvalutata ad allontanarsi ulteriormente dal minimo storico contro un dollaro USA forte, alimentando così maggiori pressioni inflazionistiche. L’inflazione in India continua ad essere persistente, soprattutto per i prodotti alimentari. Dato che l’India importa un terzo del suo fabbisogno energetico, l’inflazione (che a dicembre si attestava al 5,2%) potrebbe avvicinarsi nuovamente al limite superiore del target di inflazione (6%), con conseguente aumento del costo della vita e complicando la politica monetaria. Le pressioni svalutative sulla rupia e un tasso di inflazione maggiore potrebbero anche influire sul rischio legato al business (attualmente classificato nella categoria C/G).
A parte tali questioni di breve termine, per l’economia indiana l’outlook resta promettente. Il vasto mercato interno, l’impulso impresso dal governo al settore manifatturiero (con un focus sull’autosufficienza e su obiettivi di esportazione audaci), i servizi informatici dinamici e un governo favorevole al business sono fattori solidi a sostegno delle ottimistiche prospettive economiche dell’India.
Inoltre, il settore bancario, che fino a poco tempo fa rappresentava un punto debole rilevante per il paese, è stato ripulito e poggia su fondamenta più solide dopo aver affrontato la crisi dei crediti deteriorati.
Conti con l’estero solidi e debito con l’estero moderato
La bilancia dei pagamenti indiana è in buono stato, con un disavanzo di parte corrente minimo (1,1% del PIL previsto per il 2024), sostenuta da esportazioni diversificate e da uno zoccolo duro di rimesse dei lavoratori all’estero che rappresentano circa il 15% delle entrate correnti (l’India è il maggior paese beneficiario di rimesse al mondo). Il disavanzo è finanziato interamente dai flussi di investimento e si prevede in graduale aumento nei prossimi anni, in particolare a seguito dell’incremento delle importazioni di beni strumentali a fronte del previsto aumento degli investimenti diretti esteri (IDE). Il commercio estero e gli investimenti – verso questa destinazione appetibile sotto l’aspetto della diversificazione della catena di approvvigionamento globale – rappresentano un tassello importante della strategia del governo volta a promuovere l’attività economica futura, motivo per cui il governo continuerà attivamente a ricercare nuovi accordi di libero scambio e di investimento a livello bilaterale, per esempio con l’Unione Europea. Nel frattempo, le esportazioni e i flussi di investimento consistenti hanno un impatto positivo sulla liquidità indiana. L’anno scorso le riserve valutarie coprivano più di sette mesi di importazioni, un buon livello che spiega l’ottimo rating del rischio politico di breve termine stabilmente attestato su 2/7. Anche sul fronte del debito estero la situazione appare solida: secondo la Banca Mondiale, lo stock e il servizio del debito con l’estero nel 2023 erano pari rispettivamente a meno del 20% del PIL e al 10% delle entrate correnti. Tali aspetti dovrebbero rimanere contenuti nel medio/lungo termine, e i punti di forza macroeconomici dovrebbero contribuire a mantenere il rating del rischio politico di MLT in India su un buon livello stabile pari a 3/7.
Le debolezze strutturali rendono il futuro più complesso
Le finanze pubbliche sono un assillo cronico, con deficit di bilancio perennemente elevati (in media al di sopra dell’8% del PIL fra il 2014 e il 2023, e con un disavanzo atteso al di sopra del 7% nei prossimi anni) che mantengono il debito pubblico a livelli elevati. Secondo le stime quest’ultimo nel 2024 dovrebbe attestarsi all’83,4% del PIL, ovvero il 390% delle entrate pubbliche, il massimo degli ultimi 20 anni, e si prevede che nel MLT vada decrescendo solo in minima parte. Detto questo, il debito pubblico resta principalmente domestico, e questo mitiga i rischi. Il fatto che il rimborso degli interessi eroda circa un quarto delle entrate pubbliche rappresenta un vincolo alla spesa pubblica, ma dal suo insediamento nel 2014, il PM Modi ha fortemente allargato le prestazioni sociali ad una platea più ampia, riuscendo ad aumentare l’uso della tecnologia per i bonifici elettronici. I suoi programmi previdenziali su larga scala sono stati un pilastro di popolarità per il suo governo. Tuttavia, sebbene i trasferimenti di liquidità giochino un ruolo in un contesto di forti disuguaglianze reddituali ed elevata povertà, la loro significatività e la loro nuova permanenza hanno aumentato la dipendenza dei beneficiari e fatto lievitare l’onere fiscale a fronte di finanze pubbliche deboli. Inoltre, non affrontano le problematiche strutturali, in particolare gli insufficienti investimenti pubblici in sanità e istruzione e la carenza di posti di lavoro – con una disoccupazione giovanile particolarmente elevata – che incidono sul dividendo demografico dell’India, così come sui consumi e sulla crescita del PIL.
Vi sono altri rischi che offuscano l’orizzonte, dall’aumento delle tensioni fra comunità rinfocolate dal governo Hindu-centrico di Modi, al cambiamento climatico. L’intensificarsi dei disastri naturali e le problematiche idriche, infatti, sono diventati dei rischi prominenti nel paese più popoloso al mondo, dove l’agricoltura rappresenta la fonte principale di reddito e di occupazione per gran parte della popolazione.
Stabilità politica sotto la prolungata guida di Modi
L’India trae vantaggio dalla stabilità politica e dalla continuità delle politiche governative. La scorsa primavera il PM Modi con il suo partito BJP ha nuovamente vinto le elezioni politiche, venendo confermato per il terzo mandato quinquennale consecutivo come Primo Ministro. Se da un lato questo ha messo in luce la sua intramontabile popolarità, il suo successo ne è però uscito appannato e ha perso terreno nei confronti della ampia coalizione all’opposizione “INDIA”. La perdita della maggioranza parlamentare ha costretto la coalizione NDA (National Democratic Alliance) a contare su due altri partiti minori per formare il governo, ma difficilmente questa nuova vulnerabilità rispetto agli ultimi dieci anni potrà incidere in modo tangibile sugli indirizzi delle politiche. In prospettiva, l’instabilità della coalizione INDIA in combinazione con la forza della macchina politica del BJP potrebbero permettere al partito al governo di mantenere il potere anche dopo il termine della carriera del settantaquattrenne Modi.
Un leader del “Global South” e una politica estera accorta in un nuovo ordine mondiale instabile
Di fronte ad un ordine mondiale in evoluzione, la democrazia indiana cerca di imporsi come leader del Global South in competizione con la Cina, assicurando nel contempo la continuità con la sua posizione storica di non-allineamento, giocando con abilità la carta dell’indipendenza. Si presume perciò che l’India continuerà a navigare con successo fra i blocchi geo-economici, da un lato coltivando buone relazioni con l’Occidente, offrendo benefici economici e di sicurezza attraverso la sua naturale opposizione alle ambizioni regionali e globali della Cina, e dall’altro rafforzando il suo ruolo come difensore dei diritti e degli interessi dei paesi in via di sviluppo ed emergenti. Cercherà di farlo per esempio attraverso i colloqui globali sul clima e i BRICS, ed espandendo gli scambi commerciali con la Russia sotto sanzione, che dal fornire all’India una quantità trascurabile di petrolio prima della guerra in Ucraina, è passata rapidamente ad essere il suo più importante fornitore. Per quanto riguarda le cruciali relazioni bilaterali con il Pakistan e la Cina, si sono stabilizzate con il primo e sono meno fredde con la seconda, come dimostrato dalla distensione delle tensioni da ottobre scorso quando India e Cina hanno concordato la presenza di pattuglie militari lungo i contesi confini Himalayani. Tuttavia, questo disgelo positivo potrebbe rivelarsi temporaneo, in quanto l’assertività regionale della Cina in futuro si intensificherà, e i due paesi hanno un approccio divergente rispetto all’ordine globale. Per quanto riguarda gli USA, i forti legami tra l’India e l’America dovrebbero permettere alla loro cooperazione bilaterale di continuare a crescere. Tuttavia, data l’insistenza del Presidente Trump sui surplus commerciali per l’imposizione di dazi più elevati sulle importazioni, l’India potrebbe doversi impegnare ad aumentare gli acquisti militari dagli USA e ad abbassare i dazi sulle importazioni di alcuni prodotti americani.
Analista: Raphaël Cecchi – r.cecchi@credendo.com