Filippine: I buoni fondamentali economici aiuteranno il paese a superare la sua peggiore recessione
- Lo shock interno ed esterno dovuto alla pandemia da covid-19 ha fatto scivolare il paese nella sua peggiore recessione.
- Le prospettive di rischio a breve termine restano molto incerte, e dipendono in larga misura dall’evoluzione della pandemia.
- I buoni fondamentali e la gestione macroeconomica stabile ne garantiranno la resilienza e permetteranno al paese di superare la crisi.
- I rischi di violenza politica e terrorismo legati ai gruppi islamici rappresentano i principali rischi paese nel medio/lungo termine.
- Nei prossimi mesi Credendo dovrebbe mantenere inalterata la valutazione del rischio politico.
La pandemia da covid-19 ha colpito duramente l’economia e ha offuscato l’outlook di breve termine
Da maggio 2013 Credendo ha mantenuto invariata la classificazione del rischio politico di MLT delle Filippine nella categoria 3/7. Questa buona valutazione stabile riflette i solidi fondamentali economici e finanziari, che però, a seguito dello shock da covid-19, hanno subìto un deterioramento, in quanto il crollo della domanda interna ed estera farà piombare il paese nella peggior recessione di sempre - la prima dalla crisi asiatica del 1998 - con una contrazione prevista del PIL reale del 3,6% su base annua. Si prevede una forte ripresa dell’economia l’anno prossimo, che dovrebbe risalire nuovamente al 6,8% (vedi grafico sotto). Tuttavia, questi dati devono essere presi con grande cautela in quanto potrebbero subire una revisione al ribasso a seconda della gravità e della durata della pandemia.
L’attuale crisi si ripercuote gravemente sull’economia delle Filippine, il cui disavanzo di parte corrente potrebbe registrare un notevole aumento (dallo 0,1% del PIL nel 2019 al 2,3% previsto nel 2020), a causa del drastico calo delle esportazioni dovuto alla scarsa domanda esterna (dai mercati più importanti in Cina, Giappone e USA), delle catene di fornitura interrotte e di uno dei lockdown più rigidi al mondo a Manila e nella maggiore ed economicamente più importante isola di Luzon, che hanno inferto un duro colpo al settore manifatturiero e alle attività commerciali. Si prevede che quest’anno in totale il crollo delle esportazioni, unitamente al forte calo delle entrate da turismo e delle rimesse dei lavoratori emigrati, in genere resilienti e cospicue, che insieme nel 2019 hanno inciso per più del 27% sulle entrate totali correnti, superino i consumi interni più deboli, andando perciò ad aggravare il disavanzo delle partite correnti. Nella prima metà dell’anno per il momento è avvenuto il contrario, in quanto la forte flessione delle importazioni dovuta al crollo della domanda interna è stata ancora maggiore dell’impatto negativo sulle esportazioni, a testimonianza di quanto siano tuttora incerte le previsioni riguardanti i prossimi mesi. Inoltre, la crescente domanda globale di articoli elettronici sulla scia della pandemia da covid-19 potrebbe sostenere un importante componente del settore dell’export filippino in futuro. Dopo alcune pressioni finanziarie estere nei primi mesi dell’anno, il peso filippino ha dimostrato la propria resilienza, evidenziando la fiducia in una situazione economica che si prevede in miglioramento in un futuro post-covid-19, dati i robusti fondamentali e l’ottimismo riposto nell’efficacia delle politiche macroeconomiche poste in atto. Detto ciò, tornando alla questione cruciale della domanda interna, la recente forte perdita di reddito e di posti di lavoro per qualche tempo rallenterà la crescita, e per quanto riguarda il settore estero, le tendenze protezionistiche globali in atto potrebbe danneggiare l’economia aperta delle Filippine, mentre al contempo trarrà beneficio dalla crescente integrazione economica regionale.
Dato l’elevato livello di incertezza, l’outlook del rischio a breve termine pende verso il basso, in quanto fondamentalmente dipenderà dalla capacità di tenere la pandemia sotto controllo (ossia non prima che vi sia una disponibilità generale di un vaccino). Come si è visto il mese scorso, una nuova impennata delle infezioni da covid-19 ha costretto a imporre ancora misure di contenimento più severe per diverse settimane, il che farà calare la fiducia dei consumatori e delle imprese a livelli bassi e ritarderà la forte ripresa economica.
I fondamentali buoni permetteranno ad una economia scossa di superare questo shock senza precedenti
Sebbene il covid-19 rappresenti un enorme shock economico per le Filippine, il paese dispone degli strumenti e della capacità necessari per superarlo. Il governo ha affrontato lo shock con una politica di allentamento monetario aggressiva (inclusi tagli dei tassi) e un robusto pacchetto fiscale (circa il 3,3% del PIL) focalizzato su investimenti infrastrutturali e sostegno al consumo. Ma cosa più importante, le Filippine godono di fondamentali solidi, come si evince dal rating di rischio politico a MLT. Il paese ha un tasso di crescita medio sostenuto (6,3% dalla crisi del 2008/2009), e una economia diversificata con settori manifatturiero e dei servizi fortemente sviluppati (incluso l’importante settore del business process outsourcing). Il debito pubblico è moderato (inferiore al 40% del PIL nel 2019), e il paese può contare su ampie riserve valutarie (a copertura di più di 7 mesi di importazioni, motivo per cui fino ad ora la valutazione del rischio politico a BT è rimasta invariata nella categoria 2/7), e un servizio del debito estero e interno basso. Sebbene nel breve termine questi fattori subiranno un deterioramento, questo quadro macroeconomico favorevole è rafforzato dalle politiche stabili e rigorose portate avanti dal governo nell’ultimo decennio.
Anche sotto il governo non convenzionale del Presidente Duterte – conosciuto soprattutto per la sua controversa guerra alla droga – le Filippine hanno portato avanti il proprio successo economico in quanto Duterte ha mantenuto in essere le politiche a favore del business e degli investimenti. Le prospettive a MLT dovrebbero essere sostenute dallo sviluppo infrastrutturale (con il programma denominato ‘Build, Build, Build’) e una politica cinese pragmatica che mette al primo posto i benefici economici rispetto alle rivendicazioni di sovranità sui diritti marittimi nel Mar Cinese Meridionale. Ciò detto, la presidenza di Duterte è stata caratterizzata da una linea più autoritaria e non è chiaro se alla fine del suo mandato della durata di 6 anni nel 2022 il suo successore intenderà continuare a perseguire questa traiettoria di erosione della democrazia (mantenendo rapporti più pacifici con la Cina). Inoltre, il paese continua ad essere scosso da violenza politica, tensioni fra comunità e terrorismo, principalmente nell’isola meridionale di Mindanao. L’anno scorso il governo federale ha concesso ampia autonomia a gran parte della regione attraverso la “Legge Organica del Bangsamoro” (‘Bangsamoro Organic Law’), nella speranza di migliorare le prospettive di stabilità e di rischio alla sicurezza nella regione. L’instabilità tuttavia continua ad essere un fattore cruciale e, come si è visto di recente, sono ancora presenti la minaccia dell’ISIS e i gruppi ribelli separatisti che potrebbero perpetrare attacchi terroristici. La minaccia maggiore è rappresentata dall’affiliato dell’ISIS Abu Sayyaf. Le Filippine, dove l’esercito ha dovuto combattere per diversi mesi nel 2017 per liberare la seconda maggiore città Marawi da centinaia di jihadisti, sono in effetti considerate un target dell’ISIS dove stabilire un futuro califfato asiatico.
Considerando tutti i fondamentali macroeconomici e i fattori di rischio descritti, nonché lo shock economico senza precedenti dovuto al covid-19, Credendo continua a mantenere un outlook positivo riguardo alla valutazione del rischio politico a MLT delle Filippine. Il rating dovrebbe restare invariato a 3/7, posto che ad un certo punto del 2021 si riesca ad ottenere un buon controllo della pandemia da covid-19.
Analista: Raphaël Cecchi – r.cecchi@credendo.com